Star Wars: Andor – Recensione

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Cosa succede quando decidi di mettere in luce il lato umano, più sporco e “imperfetto”, di Star Wars? Succede che riesci a sorprendere oltre ogni più rosea aspettativa, e crei una serie tv che senza spade laser, poteri e imprese inimmsginsbili, riesce a convincere anche lo spettatore più titubante. Andor mette in luce i primi echi della ribellione nei confronti dell’Impero. Enfatizza momenti disperati e difficili, da cui persone comuni si riprendono con coraggio, offrendo “un’ordinaria epicità” così coinvolgente da affiancarsi senza difficoltà alle storie legate ai Poteri della Forza. E se abbiamo deciso di iniziare con una prefazione del genere, è perché la serie ci è piaciuta più di quanto avessimo sperato, in un continuo crescendo emotivo di episodio in episodio.

Andor rimette in pista le serie di Star Wars

Ci voleva una serie come Andor per dimostrare a tutti che Star Wars non è un brand alla deriva. Dimostra al binomio Disney-Lucasfilm quanto, se ben gestito, l’Universo Espanso di Guerre Stellari sia ricco di materiale estremamente interessante. Solo The Mandalorian per ora era riuscito a mantenere alta la qualità delle serie distribuite via Disney+, mantenendo le caratteristiche più tradizionali di questo universo. Con Obi-Wan Kenobi e The Book of Boba Fett, invece, il risultato è stato altalenante e a tratti deludente, con il serio rischio di mettere in ombra la presenza di due pesi massimi come i rispettivi protagonisti da gestire in poche puntate.

Andor, invece, propone un’esperienza completamente diversa, ripercorrendo lo stile da thriller e spionaggio (estremamente realistico) visto in Rogue One: A Star Wars Story. Il tutto spalmando quella stessa tensione e attenzione per il taglio registico delle varie scene su ben 12 puntate dalla durata di quasi 50 minuti ciascuna. Si tratta di un minutaggio che ha permesso alla serie di proporre numerosissime situazioni, tra evasioni, rocambolesche fughe, dialoghi e inganni, Questa varietà impedisce allo spettatore di annoiarsi, ma evita l’autoreferenzialità sfruttata nelle precedenti serie menzionate.

La scintilla della ribellione

Evitando spoiler di ogni sorta, ci ritroviamo a percorre la vita di Cassian Andor, e nello specifico i primi contatti con quella ribellione che agisce all’ombra dell’Impero, con quest’ultimo che tenta di soffocare ogni opposizione nei vari pianeti con il classico atteggiamento del regime di stampo totalitario.

Le vicende di Andor fanno da prequel all’incredibile missione suicida vissuta in Rogue One: A Star Wars Story, che ricordiamo permettere di ottenere i famosi piani della Morte Nera poi sfruttati dai Ribelli in Episodio IV. Il tutto focalizzandosi proprio sul personaggio di Cassian e il suo cambiamento; da lupo solitario preoccupato esclusivamente della propria vita e di poche persone a lui vicine, a sostenitore di una causa molto più grande e complessa.

I venti della ribellione soffiano di episodio in episodio, da echi leggeri fino a diventare tempesta e dare il via a quella che è considerabile la prima vera insurrezione nei confronti del regime imperiale. Si tratta del primo caso dove non è tanto il protagonista ad essere messo in luce – al netto delle comprovate capacità dell’attore Diego Luna – quanto più sottotrame ed eventi volti a comporre un quadro d’insieme, nell’instabilità generale, estremamente sfaccettato e soddisfacente da vivere su schermo.

Situazioni molto diverse

Ovviamente non mancano episodi in Andor dove il protagonista rimane al centro di numerosi avvenimenti più e meno fortuiti, ma si capisce ben presto come il perno della narrazione sia l’evoluzione dei rapporti di forza tra Impero e Ribelli. Ciò offre moltissimo spazio ad alcuni ispettori e truppe speciali dei primi oppure a spie e personaggi di rilievo del Senato pronti a fare il doppio gioco. Proprio per questo non è mai questione di bene e male, ma soprattutto dal punto di vista dello stesso Cassian, esiste una vera e propria scala di grigi morali. Per questo, a causa dei suoi comportamenti, la valutazione dello spettatore su chi può essere amico o nemico guadagna complessità.

Numerose, inoltre, sono le situazioni che si susseguono su schermo senza tempi morti: a volte i nostri personaggi sono la scintilla che accende e aggiunge ritmo agli eventi, altre, invece, ci toccherà vederli arrangiarsi in balia degli stessi, preoccupandosi solo di sopravvivere.

Un alto livello tecnico

Ritorna per brevi frangenti il rivoluzionario Saw Gerrera, la senatrice Mon Mothma e le sue abilità comunicative così come il protagonista già visto in Rogue One. Inoltre il cast di new entry scelto per i restanti personaggi funziona, senza rubare mai la scena al ritmo della narrazione e le sue continue evoluzioni. Non mancano momenti colmi di tensione, o dialoghi solo all’apparenza privi di spessore, perché ogni scena è messa al servizio della storia nel suo insieme, bilanciando i momenti di azione, alle fughe e situazioni più calme con sorprendente maestria.

Il tutto enfatizzato da un comparto sonoro e grafico volto a mettere l’accento su quanto l’incredibile universo nato da George Lucas abbia i mezzi per mostrare qualcosa di nuovo e sorprendente. Un unico rammarico, ma giusto per essere puntigliosi: avremmo preferito un maggior focus negli episodi finali proprio sulla senatrice Mon Mothma e la sua lotta apparentemente solitaria contro il Senato.

Le sue scene hanno sempre permesso di dare allo spettatore un’interessante e rinnovata introspezione sulle trame politiche e i suoi inganni, e speriamo possano essere messe ulteriormente in luce in una nuova stagione. Siamo però ben consci che per il climax finale di stagione, dove molte sottotrame convergono con maestria, era difficile fare meglio.

In conclusione

Non avevamo particolari aspettative su uno spin-off come Andor, ma ci siamo dovuti ricredere, davanti alla sua qualità sotto ogni aspetto. Le vicende trasmesse in questa prima stagione durante 12 – corpose – puntate sono incredibilmente coinvolgenti e ricalcano in tutto e per tutto lo stile apprezzatissimo di Rogue One. Speriamo di vedere una nuova stagione il prima possibile, oppure nuove produzioni di Star Wars capaci di catturare l’attenzione mostrando il lato più umano, sfaccettato e complesso dell’universo di Guerre Stellari.

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