Wonder Egg Priority – Recensione

Adesso credi in te e rompi l’uovo!

Nel ricco mondo delle serie d’animazione nipponiche siamo ormai abituati a storie di tutti i tipi. Da quelle che faticano a farsi prendere sul serio cercando di strappare più di un sorriso, fino a quelle tragiche ai limiti dell’esagerazione, senza dimenticare serie violentissime o romantiche per citare alcune tipologie completamente agli antipodi. Siamo poi consapevoli delle numerose sfumature e scale di grigi che rendono tantissime produzioni più sfaccettate e difficili da inquadrare, adattandosi a qualsiasi tipo di utente. Quando abbiamo deciso di dedicarci ad un’analisi di Wonder Egg Priority lo abbiamo fatto consapevoli dell’estrema difficoltà nel catalogarlo e inquadrarlo tramite i costrutti appena citati. La questione, sia nel bene sia nel male, è che qui un paragone è seriamente impossibile farlo, e terminata la visione ci siamo gettati a capofitto sulla tastiera del computer per raccontarvi perché siamo davanti a un’opera contrastante, allo stesso tempo vicina e distante dal termine “capolavoro” che tutti sperano di ottenere in questo folle mondo del web.

Wonder Egg Priority è un anime realizzato da CloverWorks, annunciato un po’ in sordina e senza particolari proclami nei primi mesi del 2021. Una produzione che in fase di presentazione è stata classificata come semplice “slice of life” con sfumature fantasy, ma che invece fin dal primo episodio presenta un’anima decisamente più articolata, spettacolare e per certi versi disturbante sul fronte psicologico. Senza cadere eccessivamente negli spoiler, cerchiamo di darvi un’infarinatura della trama. Ai Ohto è una giovane ragazza che non vuole più andare a scuola dopo aver assistito al suicidio della sua unica amica, sentendosi in parte responsabile per averla coinvolta nei comportamenti di bullismo che subiva giornalmente a scuola. La giovane protagonista ha gli occhi di due differenti colori, caratteristica somatica rarissima denominata eterocromia, ed essendo timida e introversa ha sempre faticato a sopportare gli sguardi e le parole dei compagni.

Una sera, bighellonando per le vie della città, si imbatte in una voce misteriosa che le offre in dono un uovo da rompere con la promessa di poter cambiare il proprio futuro. Andando a dormire, Ai Ohto viene teletrasportata in un fittizio mondo parallelo, con una giovane ragazza che sbuca fuori dall’uovo da proteggere dagli assalti letali di alcuni piccoli e terrificanti nemici chiamati “Nonvedo”. Tantissime le informazioni presenti, ancor di più quelle da interpretare (soprattutto nelle prime puntate) senza menzionare quelle che non troveranno mai risposte, giusto per aggiungere un pizzico di rammarico. La storia di Wonder Egg Priority tratta temi maturi e delicati della società moderna giapponese, tranquillamente considerabili anche nel Bel Paese: dal bullismo, alla violenza fisica e psicologia, fino al suicidio, passando per l’abuso di una posizione sociale rispetto ad un’altra. Rompendo più uova e lottando al suo interno contro i nemici che turbano la psiche delle vittime di turno, Ai si avvicina sempre di più alla verità legata dietro alla morte della sua cara amica e a quello strano mondo parallelo; è chiaro fin da subito che le ragazze che fuoriescono dalle uova siano tutte persone uccise in modo brutale o portate a crollare psicologicamente e solo la nostra protagonista, acquisendo via via più coraggio, può portarle a trovare la vera pace.

Ecco come affrontare temi delicati che rispecchiano le difficoltà della gioventù orientale e non solo.

Oltre alla ragazza dagli occhi di colore diverso e un vistoso cappotto giallo, conosciamo ben presto altre tre giovani che prendono parte a questo gioco mortale per salvare una persona cara e incontrandosi inizieranno anche a diventare delle vere e proprie amiche. Come è desumibile gli elementi contrastanti sono presenti fin da queste righe descrittive; per tutti i suoi 12 episodi abbiamo combattimenti spettacolari contro strane creature del subconscio, alternati a momenti di spensieratezza ed altri decisamente inquietanti, tutti realizzati in modo accattivante per tenere incollati allo schermo. Tutte e quattro le ragazze sono ben caratterizzate e hanno obiettivi differenti, che per forza maggiore dovranno far convergere per aiutarsi nei momenti di difficoltà, ma il focalizzarsi per interi episodi sulle microstorie di ciascuna o sull’evoluzione della loro amicizia impedisce alla storia in sé di progredire quanto meriti. Rimane apprezzabile il mostrare le numerose sfaccettature e insicurezze delle diverse ragazze su schermo, ma avremmo voluto un approfondimento altrettanto valido per la storia di base che è allo stesso tempo causa e conseguenza dei loro atteggiamenti nel mondo reale e in quello fittizio.

La narrazione di Wonder Egg Priority, in sostanza, è croce e delizia dell’intera opera di CloverWorks proprio per il suo continuo girare attorno e prendersi delle (belle) pause dal nocciolo della questione, arrivando sotto certi aspetti a deludere in modo simile a quanto visto con The Promised Neverland. Considerando i problemi di produzione in piena pandemia, misti ad alcune richieste eccessive di Aniplex, è stato realizzato un 13esimo episodio che avrebbe dovuto mettere d’accordo i fan sotto l’aspetto della narrazione e dare quantomeno un finale più esaustivo e degno. Se la scelta di utilizzare per l’episodio 8 un riassunto estremamente curato per comprendere alcuni aspetti spigolosi della produzione sulla storia, quella di proporre un nuovo riassunto di mezz’ora in questo episodio extra ha creato scontento tra il pubblico. La storia poi viene bruscamente stoppata con alcuni cenni potenzialmente clamorosi, ma che faticheranno a trovare spazio su una seconda stagione ancora senza conferme. Se dal punto di vista narrativo abbiamo continui giri in tondo, però, il comparto tecnico attutisce dignitosamente questo colpo, regalando combattimenti con un alto tasso di spettacolarità dove ogni cosa è al giusto posto; inquadrature, disegni, colori, mosse… davvero non troviamo sbavature. I nemici e i loro riferimenti alla cultura dell’odio della giovane società moderna sono spaventosamente incalzanti e non possono non ricevere un elogio che in parte riesce a far dimenticare gli inciampi sopracitati.

Peccato per un finale abbastanza inconcludente, ma rimane una visione consigliata.

Se Wonder Egg Priority fosse una metafora sarebbe quella di una cena sorprendentemente ricca di prelibatezze, che però si perde clamorosamente sui dolci rischiando di rovinare l’idea del banchetto nel suo insieme. L’opera di Cloverworks è un calderone di emozioni e qualità, preso sorprendentemente a calci sul più bello e che non sappiamo se avrà un futuro. Siamo davanti a uno dei principali candidati all’anime dell’anno sotto molteplici categorie, ma non nascondiamo un senso di delusione per il risultato finale, proprio pensando a quanta bontà sprecata sotto l’aspetto narrativo. Rimane un’opera da vedere senza se e senza ma, da divorare in una manciata di ore e che, se vista da certe prospettive, brilla di una luce accecante. Rimaniamo comunque speranzosi per un degno ed eventuale seguito.

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