La storia artistica che portò a celebrare un vero e proprio disastro
Prima di cominciare con l’articolo vero e proprio mettiamo subito in chiaro due punti fondamentali: The Disaster Artist è basato su una storia vera ma non si tratta della classica trama stappa lacrime, sulle incessanti sventure di una famiglia, tanto meno dell’elogio nei confronti di un personaggio di spicco storico; è qualcosa di molto particolare, ricercato, ironico, riflessivo e per niente banale. Secondo punto, il film è stato diretto e prodotto direttamente da James Franco, che figura anche come attore protagonista del film; l’impegno profuso fa intuire quanto l’attore californiano abbia creduto fin da subito nel progetto, nonostante potesse sembrare un azzardo lavorare su una storia così atipica per il settore cinematografico statunitense. The Disaster Artist ha fatto il suo debutto nelle sale italiane il 22 febbraio reduce da una candidatura agli Oscar come migliore sceneggiatura non originale, candidato ai Golden Globe come miglior film e la vincita da parte di James Franco del Golden Globe come miglior attore protagonista. La pellicola ha un cast di tutto rispetto partendo dal già citato attore protagonista e l’attore co-protagonista, fratello minore di James, Dave Franco; altri attori di spicco hanno partecipato al progetto con ruoli minori tra cui: Seth Rogen, Josh Hutcherson, Zac Efron e addirittura, in un piccolo cameo, la star di Breaking Bad, Bryan Craston.
The Disaster Artist è una delle migliori interpretazioni di James Franco, con un Dave Franco in continua crescita
Come già accennato The Disaster Artist è basato su una storia vera, la storia della realizzazione di un film del 2003, “The Room”, che diventò un vero e proprio cult tra i lungometraggi più brutti mai realizzati, scatenando un fiume di pensieri discordanti che ha travolto tutto il settore del cinema. La vicenda inizia con l’incontro in una scuola di recitazione tra Greg Sestero (Dave Franco) e Tommy Wiseau (James Franco), Greg ha solo 19 anni e frequenta da poco la scuola per diventare attore, ma con scarsi risultati, mentre Tommy è palesemente avanti con gli anni anche se non vuole ammetterlo. Greg trova ammaliante la spontaneità con cui Tommy recita sul palco, tanto da chiedergli di fare coppia con lui per la prossima lezione; da qui nasce un’amicizia alquanto particolare che poterà i due fino a Los Angeles per cercare di far decollare le loro carriere, con la successiva produzione del film The Room.

Non c’è affatto da stupirsi per il riconoscimento ufficiale ricevuto da James Franco grazie alla sua interpretazione: da quanto è stato riportato infatti pare che il protagonista non sia mai uscito dal suo personaggio nell’intero periodo di riprese, sia dentro che fuori dal set. Un’interpretazione diversa dagli standard di Franco senior che celebra una maturazione artistica che gli può aprire la strada verso quella che si augura essere la scalata verso l’Oscar; abbiamo così la conferma della sua duttilità dopo averlo visto in performance comiche (Proprio Lui), dal forte impatto (127 ore) e altre tutt’altro che facili da gestire come questa, specie in ambito registico. Anche Dave Franco si sta facendo strada a denti stretti e con molta forza, con risultati innegabilmente positivi, seppur non all’altezza del fratellone. La coppia insieme ha dato il meglio di sé e si meritano sicuramente delle lodi perché, per quanto possa sembrare assurdo il concetto, non tutti sono in grado di recitare il ruolo di due personaggi che effettivamente non sanno recitare. Tra gli attori minori possiamo spendere due parole in più su Seth Rogen, forse il più presente degli attori secondari, il quale si trova in un ruolo alquanto atipico per i suoi standard di attore comico. Il suo ruolo è quello di Sandy Schklair, il segretario di edizione di The Room e autore del libro da cui è tratto il film “The Disaster Artist: My Life Inside The Room”, un antagonista pronto a mettere in discussione e a criticare continuamente il lavoro di Tommy. Una critica che termina una volta che è stato pagato e di conseguenza tace di fronte alle varie assurdità che il produttore e regista richiede durante ogni ripresa. Gli altri attori non protagonisti hanno parti minuscole nel film, vedi Zac Efron presente in appena due scene, tra cui una in cui non si riesce neanche a riconoscere a cause dei costumi di scena.

L’impatto della colonna sonora è stato completamente adattato agli anni in cui si svolge il film, prendendo pezzi commerciali che vanno dal 1998 fino al 2003. A parte ciò la componente musicale è ridotta all’osso all’interno del film e quei pochi spunti sonori sono sì apprezzati, ma di certo non trascinanti per il momento descritto nella scena. La regia è sicuramente ben curata, anche se non omogenea, tra una serie di strabilianti inquadrature, vedi la scena in cui Tommy inizia a scrivere il copione di The Room, alternate da altre meno ragionate, per esempio durante i giorni delle riprese del cult hollywoodiano. Una considerazione finale va assolutamente fatta sui costumi di scena; vi spiego il perché, avvertendovi che il prossimo paragrafo potrebbe contenere spoiler.
Al termine del film è presente una sequela di qualche minuto dove si può vedere la vera premier di The Room, con tutto il cast reale, compreso Tommy Wiseau. Inoltre, è presente uno spezzone che mette a confronto alcune vere clip estratte da The Room con le rispettive scene riprodotte da Franco e compagni. Il risultato è inverosimile poiché mi ha costretto ad andare a ricercare nuovamente quella sequenza del film per rivederla più volte. Tutto e dico tutto è stato riprodotto fedelmente nei minimi dettagli, dall’eccentricità di Tommy che porta costantemente due cinture, alla barba di Greg che si fa più ispida col tempo, passando ancora per gli scenari delle riprese, un lavoro puntiglioso e preciso che fa di The Disaster Artist un film di alto livello.

In conclusione, la prima prova di James Franco come produttore ha assolutamente dato i suoi frutti, complice anche il supporto d uno stravagante personaggio come Tommy Wiseau, che alla domande se gli fosse piaciuto The Disaster Artist ha risposto: “ci devo ancora pensare”. Un successo garantito che ha come complici una fedeltà assoluta alla vera storia raccontata, la strabiliante interpretazione di entrambi i fratelli Franco e dei costumi con riproduzioni di scene annesse da lasciare a bocca aperta. Qualche punto debole però è sicuramente presente: dalla colonna sonora alquanto banale, alla regia a tratti imperfetta, passando per un cast sicuramente degno di nota, ma non sfruttato come si dovrebbe. In fin dei conti The Disaster Artist è un film che va visto, anche solo per l’interpretazione di James Franco, ma più in generale per godersi i retroscena di una storia che mise sotto sopra Hollywood per un bel po’ di tempo, grazie al coraggio, alla dedizione e alla sfacciata presenza di un personaggio come Tommy Wiseau e del suo The Room.
- – Fedele riproduzione della vera storia in tutto e per tutto
- – Incredibile interpretazione di James Franco
- – Il coraggio di aver portato sul grande schermo questa storia
- – Colonna sonora poca curata
- – Regia talvolta non all’altezza
