The Mandalorian: Stagione 2 – Recensione

Questa è ancora La Via

È passato circa un anno dal rilascio ufficiale della prima stagione di The Mandalorian e da allora la serie targata Star Wars ha avuto un successo esponenziale, globale oserei dire, dato anche dalla disponibilità intercontinentale del servizio Disney+. Trepidanti abbiamo aspettato, tra vari meme con Baby Yoda protagonista, fino ad un mesetto fa quando è uscita la prima puntata delle seconda stagione e venerdì dopo venerdì non vedevamo l’ora di scoprire come sarebbe andato a finire questo viaggio. Benvenuti in The Mandalorian 2.

La seconda stagione di The Mandalorian si conferma come una serie molto solida, ma anche il pilastro portante di qualcosa di ancora più grande!

Dove eravamo rimasti? Per farla più breve possibile, il Mandaloriano (Pedro Pascal) era riuscito a salvare il piccolo Baby Yoda con l’aiuto di Cara Dune (Gina Carano) e Greef Karga (Carl Weathers) dopo un epocale scontro tra i nostri eroi e un plotone imperiale capitanato da Moff Gideon (Giancarlo Esposito). Al termine della faida il generale Gideon sembrava essere stato completamente debellato, ma risorge dalle macerie brandendo in mano la Darksaber, fantomatica spada laser di colore nero. Il filo conduttore di questa seconda stagione sta nel portare a termine il compito per cui il Mandaloriano ha dato la sua parola, ovvero portare a casa o comunque dai suoi simili il piccolo a cui ormai l’intero mondo è affezionato. Compito per niente facile, dato che il nostro protagonista non sa nulla riguardo alle origini del bimbo e ormai si trova solo, senza neanche il suo clan a spalleggiarlo. Di conseguenza il primo passo da affrontare è quello di ritrovare compagni Mandaloriani che possano dargli supporto: questo ci porta su Tatooine dove in una parte remota del pianeta pare ne sia stato avvistato uno, ma in realtà, nonostante l’armatura indossata piuttosto familiare per i fan di Star Wars, non si tratta di un compatriota del nostro protagonista. Senza dilungarmi troppo e inciampare in spoiler troppo pesanti, scopriremo il collegamento del bambino con il mondo Jedi mentre l’Impero prosegue la caccia dei due fuggitivi. Anche grazie a nuove amicizie si potrà giungere verso un finale al cardiopalma e assolutamente impattante sotto molti punti di vista, in particolare su quello che sarà il proseguo della storia.

All’interno di questa seconda stagione, The Mandalorian guadagna molta più maturità non solo a livello di trama, ma anche nella caratterizzazione dei personaggi, negli effettivi speciali, visivi e nei richiami ad altre opere del mondo di Guerre Stellari. Proprio sotto questo ultimo aspetto bisogna fare i complimenti a Jon Favreau per aver saputo introdurre a pennello personaggi derivanti addirittura dalla serie animata The Clone Wars riprendendo molte vicende citate più volte, come la caduta del pianeta Mandalor e la deriva dei suoi coloni, oltre ovviamente a svariati richiami verso l’intero universo cinematografico. D’altro canto la gestione di un finale di stagione così “coraggioso” mette molti punti interrogativi su quello che potrà essere la terza stagione della serie (già confermata per il prossimo anno), ma al contempo anche punti fermi. Ci fa capire che The Mandalorian non sarà più lo stesso, mossa si rischiosa, ma non del tutto sbagliata data la politica che ha deciso di mettere in atto Disney sulla sua piattaforma streaming, con in lavorazione moltissime serie dedicate al mondo creato da George Lucas e intrecciate tra loro. The Mandalorian in questo momento rappresenta la punta dell’iceberg che si sta per creare intorno al mondo di Star Wars.

Dal punto di vista tecnico abbiamo visto come si sia scelto di osare di più in questa seconda stagione, in particolare investendo su effetti speciali e sulla creazione di mondi, personaggi e mostri di vario tipo del tutto esclusivi, ma sempre fedeli al franchise. Come abbiamo detto la presenza di personaggi derivanti da una serie animata è stata centrata perfettamente, ricostruendo costumi e trucco in modo più che azzeccato. Piccola nota dolente se così vogliamo è stata l’utilizzo della CGI in un punto specifico: sappiamo bene come questa tecnologia abbia fatto passi da gigante negli anni, avendola anche vista in azione nell’ultima trilogia di Star Wars, ma ancora oggi sembra sempre essere un po’ fuori luogo rispetto all’ambiente circostante. Al contrario la colonna sonora orami iconica ci riecheggia ancora nelle orecchie e lo farà ancora per molto, ormai divenuta un punto fermo per The Mandalorian, ma anche con un riarrangiamento più movimentato per gli ultimi episodi che ci hanno tenuti sul filo del rasoio.

Dire che questa seconda stagione di The Mandalorian abbia ripreso il successo della prima è quasi riduttivo. Ci troviamo di fronte ad un’opera ancora più matura, che vuole rappresentare solo l’inizio di qualcosa di nettamente più grande. Le decisioni prese funzionano in quel complicato mondo che è Star Wars, con la ripresa di fatti già citati in altre opere per ampliarli all’interno di un lasso temporale che è rappresentato dalla fine dai classici film anni 80’ fino all’inizio dell’ultima trilogia più recente. D’ora in poi qualcosa cambierà e il futuro è molto incerto; l’unica mia certezza è che The Mandalorian presto non sarà più solo, ma il cielo verrà costellato di tantissime serie che, se avranno anche solo la metà del potenziale di questa, non potremo che gioire.

Pro
  • – Maggiore maturità della trama
  • – Inserimento di nuovi persoanggi
  • – Ovviamente Baby Yoda
Cons
  • – Un utilizzo della CGI che fa storcere un po’ il naso

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