The Titan – Recensione

Netflix chiama la fantascienza, ma la risposta tarda ad arrivare

Ormai Netflix si sta fiondando prepotentemente nelle case degli italiani, portando con sé una miriade di contenuti di tutti i generi, in continuo aggiornamento quasi ogni settimana. Come molti sanno il colosso dello streaming porta con sé molte esclusive nella piattaforma, in primis serie televisive, diventate ormai oggetto di culto in rete, ma non mancano lungometraggi nei quali è possibile incontrare anche volti noti della più recente scena di Hollywood. Uno di questi film etichettati Netflix è The Titan, diretto da Lennart Ruff e avente tra i suoi principali protagonisti Sam Worthington, Taylor Schilling e Tom Wilkinson.

Netflix ci sta provando in tutti i modi a portare un film fantascientifico di successo, ma questa non è la strada giusta.

The Titan è un racconto fantascientifico ambientato in un futuro non troppo lontano, in particolare nel 2048, dove un incessante incremento della popolazione ed un clima terrestre sempre più avverso stanno portando il governo a cercare un’imminente soluzione per salvare l’umanità dalla propria estinzione. La soluzione punta tutto su Titano, la più grande luna di Saturno; questa presenta una vera e propria atmosfera stabile e se si riuscisse a raggiungere tale luogo sarebbe possibile colonizzarlo trasportando buona parte degli abitanti della terra. Però non è tutto così facile ed immediato: Titano, infatti, presenta sì un’atmosfera stabile, ma composta principalmente di azoto con mari formati da metano, condizioni del tutto avverse all’organismo umano normale. Qui entra in scena la NATO che, sovvenzionata dal governo degli Stati Uniti, mette in piedi l’ambizioso progetto di coinvolgere una decina di persone per creare “l’uomo Titanicus”, un essere umano geneticamente modificato per vivere su Titano e dare il via alla colonizzazione. La squadra di ricerca è formata da una serie di soggetti che si sono particolarmente distinti nella sopravvivenza in condizioni ostili alla vita; tra questi troviamo Rick (Sam Worthington), ex soldato in Afghanistan. Insieme alla sua famiglia verranno trasferiti all’interno di una base della NATO, dove il nostro potrà sottoporsi ai test mentre sua moglie Abigail (Taylor Schilling) vivrà in una casa sicura insieme al figlio Lucas. Come procederà poi il film lo lascio scoprire a voi; cito anche la presenza di Tom Wilkinson nei panni del responsabile della ricerca e di pseudo antagonista della storia.

Per chi ha già visionato alcune opere Netlifx improntate sulla fantascienza ne conosce bene le sorti e sa come queste si sono poste fino ad ora; con The Titan l’esito è purtroppo lo stesso. C’è un ottimo concetto di base per garantire una storia originale e dall’esito positivo, ma anche questa volta Netflix continua a ricadere nei propri errori, com’è accaduto con altre sue opere fantascientifiche (esempio lampante è Altered Carbon): troviamo un incipit di base ben strutturato che però, piano piano si sfilaccia e non raggiunge alcuna conclusione concreta. Addirittura, per una buona parte della pellicola, abbiamo come un cambio improvviso di protagonista, dove viene messo in primo piano la situazione che sta vivendo Abigail, la moglie di Rick, piuttosto che Rick stesso, il nostro uomo titano. La cosa si ripete per altri personaggi secondari, i quali verso la fine prendono decisioni e assumono comportamenti del tutto opposti a quelli mostrati fin dall’inizio delle vicende, situazioni che mandano soltanto in confusione chi sta guardando il film. In sostanza Netflix dovrebbe ricontrollare più volte le sceneggiature che riceve, in particolare quelle comprendenti tematiche fantascientifiche, piuttosto che andare avanti con la produzione e la distribuzione di progetti mediocri e inconcludenti.

Per quanto riguarda la regia invece, Lennart Ruff ha fatto un buon lavoro, inquadrature del tutto pulite soprattutto nei momenti salenti, con buoni giochi di luci ed ombre quando necessari. Per esempio, possiamo immergerci benissimo nell’azione durante i vari test fisici che vengono proposti ai soggetti, con anche l’utilizzo di inquadrature subacquee. Un altro aspetto sicuramente positivo è quello del trucco associato con alcuni effetti grafici. Una volta presentato il tanto atteso uomo Titanicus, infatti, ci troviamo di fronte ad una fisionomia del corpo umano quasi del tutto stravolta, con un lavoro da parte dei truccatori davvero eccezionale. Alcune capacità di questo nuovo essere mostrano un notevole uso della computer grafica, ma non ho trovato particolarmente brillante l’idea di togliere la parola al Titano: sarebbe stato molto più d’impatto vederlo parlare, magari con un doppiaggio completamente diverso dal precedente, per calcare l’impronta del cambiamento da uomo a super uomo. Per quello che invece concerne la parte audio è sicuramente apprezzabile il doppiaggio italiano, per la maggior parte privo di grandi errori di traduzione. I richiami ad una colonna sonora originale sono invece veramente pochi, se non assenti del tutto, fattore che toglie molto impatto ad alcune scene clou.

In conclusione, Netflix continua imperterrita a voler realizzare un’opera fantascientifica e futuristica di spicco, ma i risultati sono sempre inequivocabilmente gli stessi e molto mediocri. The Titan parte sicuramente bene grazie a buone promesse di trama, ma andando avanti si perde in un mare di cliché e confusionarie scelte contraddittorie. È in grado di dimostrare una buona base tecnica grazie ad una discreta regia ed un ottimo utilizzo di trucco e computer grafica ma siamo di fronte ad una scoperta di Titano che non ci ha soddisfatto più di tanto.

Pro
  • – Buona regia
  • – Ottimo trucco e computer artist
Contro
  • – Trama inconcludente
  • – Scelte dei personaggi contradditorie
  • – Assenza di una vera e propria colonna sonora

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