Ore 12.00 del 30 Ottobre 2022: la sala stampa di Lucca si apre ad un boato di applausi per il sensei Yoshitaka Amano, uno degli illustratori giapponesi che più ha forgiato l’immaginario della cultura pop, riuscendo a spaziare dall’illustrazione, all’animazione, al fumetto, passando ovviamente per lungo tempo per i videogiochi. Amano avrà un’ora da dedicarci, e sarà un’ora veramente preziosa, quindi partiamo subito con le domande.

Amano e l’occidente
Al maestro hanno chiesto se si sia ispirato allo stile del fumetto americano, e alla mitologia occidentale per le sue opere, ed in effetti abbiamo una risposta positiva. Quando Amano era giovane, si recava a Kanda per recuperare alcuni fumetti americani (in special modo quelli di Neal Adams), che in Giappone erano abbastanza difficili da trovare, per poter lavorare a creare personaggi con un background più reale, sebbene si parlasse di personaggi immaginari. Nelle figure di Batman e Superman infatti, il sensei riusciva a vedere personaggi concreti, dal quale si poteva ispirare più facilmente.
Allo stesso modo, quando si parla di Fantasy, Amano pensava ad inizio carriera come illustratore di dover trovare qualcosa da cui attingere per la mitologia di alcuni grandi giochi, e pensò di osservare la storia dell’occidente. La storia del Giappone, quella fatta di samurai e di folklore che per noi europei è così affascinante, per il maestro era semplicemente… storia, e quindi più difficile da mitizzare.
L’animazione e altri progetti
Si è poi parlato di quanto nel lavoro di Amano si veda forza e sofferenza, ed il sensei ne ha approfittato per parlarci un po’ anche del suo percorso come animatore per la Tatsunoko. In quel periodo, si dovevano fare un sacco di disegni, visto che una puntata di un singolo cartone durava 30 minuti e quindi un bel po’ di fotogrammi. Da quella esperienza Amano ha imparato l’importanza del lavoro duro, e del metterci tutto se stesso. Per quanto comunque animare con le nuove tecnologie sia ora più facile, il maestro continua a preferire la lavorazione su carta, l’origine della creatività, per poi passare la palla agli altri.

Su questo punto siamo tornati parecchie volte, ci è stato raccontato come il lavoro dell’artista su commissione agli occhi di Amano sia proprio questo: un lavoro. Tutto il resto come la digitalizzazione dei suoi personaggi o la creazione di alcune statue, non gli interessa particolarmente. Quello che gli chiedono di creare è il vero fulcro di tutto. Non si tratta di disprezzo per un altro medium, ma di una semplice constatazione del proprio ruolo all’interno del processo creativo.
Final Fantasy ed evoluzione
Non poteva mancare una domanda su Final Fantasy, saga finemente illustrata da Amano fin dal principio: anche se il primo capitolo della saga fosse uscito nel 1987, il lavoro di design iniziò un paio d’anni prima, e fu molto divertente perché gli chiesero di creare personaggi che non fossero il classico eroe muscoloso, ma un qualcosa di più profondo, che rispecchiasse meglio la sua sensibilità. Ancora oggi, Amano lavora ai loghi di Final Fantasy, ma solo dopo che i lavori grafici sono già partiti, non lo studia da zero, ma aiuta ad ampliarlo, e a renderlo più d’impatto.

Quando si parla di arte, non si può non parlare di evoluzione e d’impatto: se il maestro conosca l’impatto che ha avuto nel mondo pop, è una domanda che in un modo o nell’altro gli è stata posta più volte. Amano però, con la tipica cortesia giapponese (ed un pizzico di ironia, chiedendo spesso se ci si stesse accorgendo di aver fatto la stessa domanda ancora una volta) ha preferito parlare della sua evoluzione, basata sul guardarsi sempre intorno: quando si fa arte, non si può guardare solo se stessi.
Ha poi parlato del suo lavoro come illustratore di poster per alcune opere liriche famose, e ha confessato che sebbene in Giappone l’opera sia difficile da vedere, il maestro apprezza la musica classica.
Amano e… il futuro?
E poi, giusto per voi lettori di Gamesailors.it, il sensei si è fatto sfuggire una cosina: si è parlato della sua collaborazione con Neil Gaiman per l’universo di Sandman, un progetto nato dopo una mostra di Amano a New York, che ebbe un buon successo. L’interprete dello staff di Lucca (che ringraziamo vivamente), ci ha però detto che il maestro si è fatto sfuggire uno spoiler quindi, ci congediamo da un’icona a tutto tondo delle arti visive, con un pizzico di curiosità, e di gratitudine in più.
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