Batman: Il lungo Halloween-Recensione

Dolcetto o scherzetto?

Nel 1996, la Dc comics fece una proposta allo scrittore Jeph Loeb e al disegnatore Tim Sale: lavorare ad un lungo progetto sul personaggio di Batman.
La coppia infatti, dopo aver raggiunto un grande successo di critica lavorando insieme su una miniserie dei vecchi personaggi Dc nota come Challengers of the Unknown, aveva poi prodotto per tre anni di fila degli albi speciali con protagonista il cavaliere oscuro, tutti a tema Halloween.
Per chiudere così il cerchio (più o meno), Loeb e Sale decideranno così di produrre una miniserie di 13 numeri, che prendesse piede lungo un interno anno della vita del cavaliere oscuro, da un Halloween all’altro.
Il tutto prenderà piede agli albori della carriera del cavaliere oscuro, poichè il team creativo, sotto consiglio dello scrittore Mark Waid, deciderà di usare degli elementi di continuity lanciati dal team creativo Miller/Mazzuchelli, il duo che aveva dato vita alla storia leggendaria nota come Batman anno Uno, che raccontava il primo anno da vigilante del crociato mantellato.
La nostra storia si apre tecnicamente a giugno, quando Batman, il commissario di polizia Jim Gordon ed il procuratore distrettuale Harvey Dent fanno un patto: useranno le loro abilità combinate per distruggere l’impero del boss mafioso Carmine Falcone, ma dovranno farlo sempre senza mai infrangere la legge.

Tutto cambia però quando, ad Halloween, il nipote di Falcone, il sicario Johnny Viti, viene ucciso da una pistola di piccolo calibro, irrintracciabile, dando vita ad una lotta senza quartiere fra le forze della giustizia, la mafia di Gotham, ed una nuova forza sulla scena: i supercriminali.
La popolazione di gaglioffi in costume di Gotham, pur essendo sempre piuttosto pericolosa, è ancora ai suoi albori, ed al posto dei diabolici signori del crimine che abbiamo visto in tempi recenti, i nostri sono ancora piccoli operai del crimine, che sono comunque spaventati da una possibile aggiunta ai loro ranghi… che non sembra essere dalla loro parte. Gli omicidi mirati alla famiglia Falcone e ad i loro associati infatti continuano, ed ognuno di essi, avviene in un giorno specifico: un giorno relativo ad una festa comandata.
Viene così dato a questo serial killer misterioso il nome di Holiday, e chiunque può essere un sospettato: dallo stesso Falcone, alla figlia del nostro Sofia Falcone-Gigante, al piccolo Boss Sal Maroni, passando anche per il supercriminale macchietta Calendar Man.
Le tensioni fra i personaggi si fanno sempre più forti quando viene ucciso il figlio minore di Carmine, Alberto Falcone, e quando Harvey Dent inizia sempre di più a trascurare la moglie Gilda, gettandosi sempre di più nel suo lavoro.
In tutto questo, la figura di Batman deve rendersi conto che il suo arrivo ha portato un vento nuovo, e che a Gotham il crimine organizzato avrà presto un volto diverso.

Tim Sale, è uno dei disegnatori con più personalità, che abbia mai fatto capolino nel fumetto moderno di supereroi. Il nostro, ha una formazione da designer, e anche delle forti influenze prese da uno dei suoi maestri, il gigante John Buscema.
E la domanda quindi sorge spontanea, che cosa succede quando unisci il monolitico dello stile bombastico dei fumetti anni 70, al minimalismo tipico del design?
La risposta breve, è Tim Sale.
La risposta lunga, è un insieme di vignette che sembrano cartoline, che sembrano fotogrammi di una battaglia epica, incastonati nell’ambra per l’eternità, pronti per essere osservati, e ammirati per sempre.
La staticità molto forte delle vignette e dei personaggi al loro interno, viene perfettamente bilanciata così dalla loro potenza grafica, e dalla sublime regia della tavola, che fa sì che ogni ingresso di Batman in scena sia spettacolare e minaccioso, che ogni ombra sia al posto giusto, in una storia basata sulle ombre, e che ogni singola espressione di puro terrore, sia la stessa che abbiamo noi lettori sul volto messi di fronte a quello che vivranno i personaggi sulla tavola.
Per quanto a volte non possa sembrare, Sale è un vero maestro, soprattutto del dettaglio.
Vi metto qua sotto una delle mi copertine preferite di sempre, anche perchè ha come protagonista il vero più grande nemico di Batman. Che è una di quelle cose che mi piace dire un po’ perchè è vera, un po’ perchè così distraggo la gente dalla boiate che scrivo di solito.

Ma torniamo a noi, questa copertina, con solo la sagoma dell’Enigmista, in origine avrebbe dovuto avere il bordo della pozzanghera cancellato, per creare un contrasto colori ancora più efficace.
E se da un lato mi spiace per la visione artistica di un maestro, che non ha ottenuto piena realizzazione, dall’altro mi viene da pensare, chi, in questo esercizio di design finissimo, noterebbe una cosa così piccola? Tim Sale. E direi che tanto basta.
Per anni, di Jeph Loeb, nei circoli del fumetto, si diceva una cosa sola: è davvero molto bravo a scrivere storie del mistero. Un modo di dire che nasce da questo albo, dove l’identità del killer Holiday è sotto gli occhi di tutti… forse.
A livello puramente narrativo, il mistero del killer delle feste, è abbastanza solido, anche se in alcuni punti gli indizi sono volutamente ambigui, e tecnicamente in un giallo vero dovremmo avere tutti gli elementi per capire anche noi il mistero alla fine, ma è vero che i gialli di fantascienza questa regola ogni tanto possono non averla, come insegna Isaac Asimov, e quindi diciamo che a Loeb questa gliela perdoniamo.
Ma, misteri a parte, che è poi uno dei motivi trainanti di questa avventura, Batman: Il lungo Halloween è una storia che fa lavoro davvero buono su tutta una serie di comprimari del pipistrello, specialmente su alcuni malvagi noti, introducendo anche un sacco di agganci per storie future, delineando molto bene soprattutto l’impatto che Batman ha avuto nella città di Gotham.
Questo perchè, sebbene la storia si chiami Batman: Il lungo Halloween, è ovvio che Batman non sia protagonista della trama principale, ma semplicemente un elemento di disturbo, e in alcuni casi anche di dramma, nelle storie di tutti gli altri.
Questo è un male? Per la maggior parte delle volte, no. Anzi, è molto, molto interessante vedere questo lato umano di Batman, un Batman che alla fine della fiera non vince mai veramente, che non vince con quella supponenza che ha quel personaggio nel cuore e nella mente di molti, che deve vincere per forza, perchè è Batman e può.
Il Batman di Loeb è un Batman più raccolto, che si finge solido come una montagna di granito, ma che mostra alla fine il fianco di tutte le sue debolezze.
Batman: Il Lungo Halloween, è una storia tutto sommato particolare. Per molti una delle storie migliori del pipistrello, per molti altri un’avventura confusionaria, fatta di momenti che presi a spizzicchi e bocconi sono favolosi, ma che visti nell’insieme sembrano un mappazzone.
Personalmente, a livello di storia pura, credo che esistano storie di Batman nettamente migliori, a livello di disegni… di più belle ne esistono davvero poche. Il Lungo Halloween è per me una storia molto, ma molto difficile da analizzare. O meglio, molto difficile da elaborare.
Ecco, il Lungo Halloween, è la storia perfetta per chi ha già messo i piedi nell’acqua, quando si parla di Batman, e vuole provare a nuotare un po’ al largo. Una storia ciambellone gonfiabile insomma.
Che con questo, non si vuol dire che sia una storia brutta, anzi, è una storia del quale ci si può sempre fidare, ma è comunque un avventura con dei difetti piuttosto evidenti, che è forse più interessante per tutte le ripercussioni che viene a creare, che per gli eventi in essa narrati. Anche perchè, altre storie ci hanno raccontato queste ripercussioni. E devo dire che spesso e volentieri lo hanno fatto meglio.
Siamo di fronte ad un fumetto camaleontico, che si finge complesso quando in realtà è molto semplice. E sebbene la cosa da vero maestro sia fare il contrario, ovvero farci vedere una cosa difficilissima e farcela sembrare semplice, da mago, non posso che apprezzare la tela di illusioni (in senso positivo) e di trucchi che Loeb e Sale usano per dare corpo a questa storia, rendendola alla fine una piacevola lettura, e metà fra il divertissment, e l’impegnato.
Che rende “il lungo Halloween”, come scritto in precedenza, difficile da piazzare. Un grande capolavoro? Una miniserie buttata lì? Oppure, un ottimo prodotto, di artigiani del fumetto, che hanno alzato un po’ l’asticella di una produzione mensile semplice, cercando di fare un qualcosina di più, ma senza esagerare?
Un prodotto sicuramente consigliato, sia se siete fan del pipistrello, sia se sotto sotto non lo siete.
E direi che, se il risultato è questo, non era semplice arrivarci.

Pro
  • – Ottimo lavoro sui personaggi
  • – Disegni spettacolari
  • – Un Batman molto umano
Contro
  • – Trama un po’ troppo confusa
  • – Soluzioni narrative telegrafate

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