Bone di Jeff Smith – Recensione

Scritto e disegnato da Jeff Smith, che inventò il buffo design dei suoi protagonisti in giovane età (e se lo porterà dietro per anni) Bone viene pubblicato nel 1991, attraverso la sua etichetta indipendente “Cartoon Books”. Ciò darà vita al primo numero di quello che sarà, ad oggi, il suo più grande capolavoro. Un epopea in 55 numeri (di cui alcuni, più precisamente i numeri da 21 a 27, saranno pubblicati dall’Image Comics).
Bone, è la storia di tre cugini, il semplice Fone Bone, lo slanciato Smiley Bone e l’avaro Phoncible P. “Phoey” Bone, nativi della misteriosa città di Boneville. Misteriosa perché nel fumetto non la vedremo mai. L’avventura si apre con i nostri persi nel deserto, fuggiti dalla loro città dopo che la campagna elettorale per rendere Phoey sindaco sarà andata a rotoli.
Per scappare dalla folla inferocita che voleva la loro pelle, i nostri si troveranno però soli ed abbandonati al loro destino….fino a che il trio non sarà assalito da uno stormo di locuste inferocite.

Il trio si trova così separato l’uno dall’altro, e finisce in mezzo ad una misteriosa valle, dove il tempo sembra essersi fermato. Questo perché, sebbene Boneville sembri un po’ il nostro mondo, la valle sembra vivere in un perpetuo medioevo. Certo, la vita sembra tranquilla, e le creature del bosco sono fin gentili con Fone Bone, ma le cose iniziano a prendere una piega bizzarra quando il nostro viene assalito da un duo di mostri chiamati “Creature Ratto”. Queste creature sono piuttosto stupide, ma sono anche molto pericolose per un personaggio a cartoni animati. Fortunatamente il nostro ha come guardia del corpo un grande drago rosso, con la faccia d’asino, le zampe da leone, ed il corpo da brontosauro… e la faccia di Humprey Bogart.

Come se questo non bastasse, a rendere il viaggio dei nostri molto, ma molto strano, in questa valle abitano… esseri umani.
Esatto, normali esseri simili a noi che leggiamo il fumetto, il che rende i nostri cartooneschi cugini, in grado di passare inosservati come un ippopotamo in una ciotola di purè.
Il trio riesce quindi a riunirsi, a prendere dimora presso la casa della bella Thorn (di cui Bone si invaghisce), e della misteriosa Nonna Ben, una signora di una certa età, ma abbastanza forzuta da stendere senza problemi un uomo adulto.

E quindi, Bone inizia così. Con tre personaggi bizzarri,in un mondo bizzarro, e ricco di misteri.
Bone, nasce come fumetto umoristico, con un pizzico di avventura spruzzata qui e là.
Vi basti pensare che una delle prime storie all’interno della valle, vede Smiley vestirsi da mucca per truccare un evento di paese che vede proprio i simpatici animali darsi alla corsa (che poi, simpatici, io sono terrorizzato dalle mucche, ma sto divagando).
Mi sembra un ottimo momento, per parlare dei disegni. Dunque, il tratto di Jeff Smith, è molto morbido, non troppo realistico, ma molto espressivo. Insomma, Smith è un cartoonist fatto e finito, un classico artista di quel genere di prodotti che spesso associamo all’infanzia, come i Looney Tunes, o i fumetti Disney. Certo, i personaggi umani sembrano molto più umani di Fone Bone e Cugini, ma anche queste persone “reali”, hanno un forte spirito quasi caricaturale.

Il tratto di Smith, come la sua storia, sembra semplice, ed in effetti in alcuni casi lo è, ma fa egregiamente il suo lavoro. Fa perno sui suoi punti di forza, come l’espressività esagerata dei suoi personaggi, che pian piano, diventano sempre più veri, sempre più palpabili.
Cresciuti con una scuola di fumetto Disney fortissima (ed in effetti, in questi primi albi, si può vedere una chiara influenza ai fumetti di Zio Paperone e nipotini al seguito), questo tratto può sembrare un qualcosa di già visto. Posso capire il sentimento, ma personalmente, non trovo il tratto il vero punto forte di questa saga, ma vediamola così. Siamo nel 1991, in un mercato saturo, di fumetti supercinetici, con personaggi con muscoli dove non dovrebbero esserci i muscoli. Con armi lunghe come la fila al bancomat quando hai fretta. Dove fare qualcosa di diverso, era un mezzo suicidio. E cosa fa Jeff Smith? Fa il cartoonist,e ci insegna di nuovo, come anche le cose più semplici, possono essere grandiose.

Torniamo alla storia dunque.Tutto qui il fumetto? Solo gag, e qualche sprazzo di serietà?
Beh, mentre tutta questa ilarità prende piede, e iniziamo a conoscere meglio i tre cugini, le stupide creature ratto, e parte della vallata, iniziamo anche a capire….che non ci è stato detto tutto.
Thorn ha dei sogni strani in questo periodo, e nessuno tranne Bone sembra vedere il grande drago rosso.
Inoltre, la valle sembra avere un misterioso nemico: una figura incappucciata, armata di falce, che comanda le creature ratto ed altri mostri, e sembra pronta a colpire il mondo.
Così, Bone, si trasforma in quello che davvero è: un’epopea fantasy che dopo 55 numeri, raggiunge la sua forma finale: la più grande storia fantasy, mai vista in una serie a fumetti.

Bone resta un fumetto divertente, a tratti anche comico (sebbene, nessuna battuta mi abbia fatto spanciare), ma sa creare una trama ricca di mistero e avventura.
Le regole della scrittura dicono che le “bombe”, vanno lanciate alla fine, ed io poco fa vi ho già detto che, nel parere di chi scrive, “Bone” è la più grande epopea fantasy mai vista in un fumetto.
Che cosa può essere più bomba di questo? A dirla tutta? Niente.

Niente perchè Bone è un fumetto su cui è stato detto quasi tutto, una saga che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. E lo ha fatto restando indipendente, sempre. Per chi non lo sapesse, la completa indipendenza di una creazione, nel panorama Americano è molto, molto difficile. Le grandi case editrici hanno i mezzi, lo spazio sui cataloghi, un sacco di impiegati….Jeff Smith aveva se stesso.
Bone infatti è durato sì 55 numeri, ma pubblicati nello spazio di 13 anni. E sì, sto raccontando solo fatti buffi, perchè, sono francamente senza parole.
Perchè Bone, è un fumetto che lancia un sacco di palle curve. Credi stia andando da una parte, e invece ti sorprende ogni singola volta.

Ti sorprende con un cast di personaggi e comprimari solidissimo, ti sorprende con il suo stesso protagonista, che forse protagonista alla fine proprio non è, ti sorprende con la sicurezza e la fermezza con cui è stato progettato il suo mondo. Della serie, Jeff Smith, ha disegnato prima l’ultima pagina del fumetto. Perchè già sapeva dove voleva andava a parare.

Pensate a tropi dei Fantasy. Pensate al prescelto, pronto a combattere un male antico e leggendario, inserito in un mondo magico, con tutta una serie di regole più o meno chiare, e creature fantastiche tutto intorno all’avventura.
Ecco, Bone in effetti è questo. Ma a volte non lo è. Perchè sì, Bone si appoggia ai classici del genere, ma li remixa con scelte nuove ed interessanti, per creare un classico moderno.
Costruire su fondamenta solide, può sembrare semplice, ma rendere solida una struttura, rendere solida una storia, non è cosa da tutti.

Jeff Smith, riesce in questa impresa con un apparente semplicità, scegliendo la via del fumetto per tutte le età, dove ogni elemento è calibrato per essere letto a più livelli.
Ed è forse questo il più grande segreto della bellezza di Bone. Molti, moltissimi, hanno letto Bone, e ci hanno visto solo una bella, bellissima storia d’avventura.
Ma, come Moby Dick, che è il libro preferito di Fone Bone, Bone, non è solo una bella storia.
Bone, è un fumetto politico, uno statement verso l’industria, e verso la società. Un fumetto d’amore dove più che il sentimento vince la responsabilità….di un altro sentimento. Un florilegio di citazioni ed omaggi ai grandi del fumetto americano, ed è un fumetto, completo.

Rappresenta l’allievo che supera il maestro, il colpo al cuore che ti prende quando tutto sembra finito, ma poi alla fine qualcuno, o qualcosa riesce a salvarti. È quel modo di fare fumetti, al massimo agrodolce, che dovrebbe rappresentare l’essenza stessa del fumetto.
Non posso spendere altre parole, su questo fumetto. Semplicemente non posso. Posso dirvi, che pochi fumetti, mi hanno fatto piangere. Bone, è uno di questi.
Un fumetto che è una masterclass sull’importanza dei sogni, che ha il vantaggio, di essere fatto della loro stessa materia.

Se avete mai pensato di potervi fidare di me, quando si parla di fumetto, vi chiedo di farlo un’altra volta, e di leggere Bone. Se non vi fidate dei miei gusti, e spesso fate bene, sappiate che anche un orologio rotto può dare l’ora giusta un paio di volte. E quelle due volte, sono entrambe Bone.

Pro
  • Un design tutto particolare
  • Una storia che prende dal vecchio, per creare qualcosa di nuovo
  • Personaggi fortissimi e tridimensionali
Con
  • Non sempre la comicità colpisce

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