Quando si dice avere un diavolo per capello!
In un mondo dove il fumetto americano sembra essere composto solo da superereroi (ed in effetti la maggior parte dei fumetti made in USA hanno come protagonisti proprio i nostri amati/odiati “uomini in tuta”), Mike Mignola disse: “Voglio fare qualcosa di diverso”. Nel 1994 da quindi vita ad Hellboy, con una prima apparizione su San Diego Comics Con Comics 2.
Per i più curiosi, sappiate che per molti, la prima apparizione del personaggio che si sarebbe poi evoluto nel nostro eroe, è avvenuta su un fumetto nostrano, ovverosia “Dime Press” numero 4, del quale Mignola disegnò la copertina.
La storia di Hellboy inizia in Scozia, nel 1944. I nazisti hanno intenzione di cambiare le sorti della guerra con un progetto chiamato Ragnarok.

Un gruppo segreto di nazi composto dalla crema della crema dei soldati del Furher decide quindi di rivolgersi al monaco pazzo Grigori Rasputin, ex consigliere occulto dello Zar che in questa realtà ha padroni molto diversi, ovverosia l‘Ogdru Jahad. Noto anche come il drago della rivelazione, questa forza antica e terribile è un groviglio di antichi dei che un tempo abitavano la terra. Potenti e dediti al caos, il solo guardarli direttamente porta alla follia più assoluta. Gli Ogdru sono stati intrappolati in un altra dimensione all’alba dei tempi e la chiave per liberarli dalla loro prigionia è la misteriosa mano rossa del destino, un artefatto costruito da una sostanza simile alla pietra ma in realtà indistruttibile, e legata allo stesso spirito che millenni prima imprigionò gli antichi nella loro prigione dimensionale.
Negli anni gli Ogdru hanno promesso fama e potere a moltissime creature, ma solo Rasputin aveva risposto in modo favorevole alla loro chiamata, e grazie ad un incatesimo, si prepara a liberare la bestia.
Invece che liberare i demoni però, Rasputin evoca per errore Anug ag Rama, una creatura simile ad un diavoletto, con la pelle rossa, coda e piedi caprini, che porta al posto della mano destra la mano rossa del destino. Le forze americane riescono a portare via il demonietto ai nazisti, e la creatura viene chiamata dal professor Trevor “Brutto” Bruttenholm, Hellboy.

Questo esserino, che pur avendo un aspetto spaventoso è alla fien della fiera un bambino normale, viene così cresciuta dalle forze alleate, tra cui figura anche il supereroe (esatto, non ce li siamo tolti davvero di torno) noto come la Torcia della Libertà, che gli insegnerà a sparare. Con scarso successo. Ma sarà proprio il prof Bruttenholm a diventare il padre adottivo della creatura, insegnandoli i rudimenti della magia e tutto ciò che è possibile imparare sulle leggende, i miti e il folklore. Crescendo, Hellboy diventerà sempre più grande e svilupperà anche delle lunghe corna (che di solito taglia, da qui le forme a disco sulla sua fronte), dimostrando una grande forza, un fattore rigenerante ed un invecchiamento molto rallentato. Il nostro inoltre, può usare la mano rossa del destino come una potente arma contundente. Scopriremo in seguito, che in realtà il buon Hellboy, è un ibrido uomo demone, ma il nostro, ignorando gran parte del suo passato preferisce continuare a sapere il meno possibile sulle sue origini. Perchè se sapesse, probabilmente non dormirebbe. Quindi, il nostro grande rosso considera come sua famiglia solo il Prof Bruttenholm.
Quest’ultimo fonderà poi il Bureau per la ricerca e la difesa dal paranormale, noto in originale comme B.P.R.D, una task force dedita ad investigare i misteri del mondo, e sarà proprio come membro di questa associazione che Hellboy vivrà la maggior parte delle sue avventure, arrivando anche ad ottenere nel 1952 lo status di “Umano onorario”, diventando così una figura pubblica, tanto che la maggior parte delle persone con cui interagisce non sono sorprese dal suo aspetto. Hellboy ha incontrato nella sua carriera decine e decine di nemici bizzarri (oltre ai nazi) come alieni, creature magiche di ogni forma e dimensione, come la strega russa Baba yaga, un villaggio di lupi mannari, jenny dai denti verdi, fate e folletti in grado di mutare aspetto e anche scimmie armate di pistole.

Dopo molti anni, Hellboy lascerà il Bureau, che però continuerà le sue spericolate missioni, anche grazie ad un buon numero di nuovi agenti non proprio umani. Come Abe Sapien-anfibio telepatico, Liz Sherman-pirocineta, Johann Kraus-Fantasma, Roger-.Golem e Ben Daimio-umano con grande conoscenze occulte.
Dovessimo confinare Hellboy in un genere, direi che si potrebbe parlare di un avventura horror.
Lo stile minimalista di Mignola, uno dei più grandi maestri del fumetto contemporaneo, permette tavole da capogiro, sia per la loro bellezza sia per il senso di inquietudine e di orrore che riescono a dare al lettore, dando alle pagine un senso di tridimensionalità non da poco, creando così un senso veramente potente di di smarrimento e di stupore.

E il personaggio mantiene le caratteristiche del miglior fumetto d’avventura: Hellboy può essere calato in qualunque contesto narrativo e sguazzarci amabilmente, potendo accedere non solo ad un lungo periodo temporale di attività, ma attigendo a piene mani dalle mitologie di tutto il pianeta e dal mondo del fumetto classico, dando vita a gustose parodie dei vecchi fumetti di ogni tempo. Inoltre, le avventure di Hellboy vengono pubblicate quasi del tutto in miniserie, formato perfetto per il nuovo lettore: basta leggere un volume per trovare una gustosa avventura autoconclusiva, magari con qualche strizzatina d’occhio per l’appassionato più scafato. Di recente, le avventure di Hellboy sembrano essersi concluse nel mondo della carta stampata. Ma chissà che il destino non ci metta la sua mano rossa.