Così ti infrango la quarta parete!
Con il film in uscita domani ci sembra il caso di iniziare i nostri articoli dedicato al mondo dei Comics presentando ai nostri lettori uno dei personaggi più insoliti e strampalati del ricchissimo Universo Marvel.
Apparso per la prima volta sul numero 98 della testata “The New Mutants” nel 1991, Deadpool è un personaggio creato da Rob Liefeld, un disegnatore che in quegli anni era considerato una sorta di superstar. Il buon Rob voleva disegnare un personaggio simile a Spider-man, che però fosse misterioso come Wolverine e con un design che colpisse garzie ad un look simile a quello del cacciatore di taglie Boba Fett visto in Star Wars. Nascerà così Deadpool, un mercenario molto agile e con una bocca sempre aperta, forse troppo.
Siccome Liefeld è sempre stato un tipo più propenso alle idee piuttosto che allo sviluppo intensivo, il personaggio verrà poi definito dallo scrittore Fabian Nicieza, che subito noterà una forte somiglianza con il mercenario della Dc Deathstroke (alias Slade Wilson), nemico del gruppo di supereroi noti come i Giovani Titani, di cui Rob era un grande fan. Fabian deciderà così di cementare l’omaggio, dando al nuovo personaggio il nome Wade Winston Wilson. E così, con un nome tamarro, un costume rosso e un sarcasmo potente, Deadpool arriverà sulle pagine dei fumetti. La sua prima missione? Uccidere il capo dei New Mutants, il misterioso Cable.

Come capita però con molti personaggi, il proto-Deadpool sarà molto diverso da quello che abbiamo oggi. Grazie ad altri grandi del fumetto, che dopo l’abbandono di Rob e Fabian prenderanno le redini del personaggio, il nostro prenderà la forma attuale. Questo grazie soprattutto a Joe Kelly, che si potrebbe definire senza troppi problemi il vero papà di Deapool, poichè sarà proprio lo scrittore americano che ci rivelerà le origini e le motivazioni del personaggio.
Sull’infanzia di Wade, ci sono molte fonti contrastanti. Quello che si sa con certezza è che il nostro era un mercenario, anche piuttosto bravo. Questo fino a quando non gli verrà diagnosticato il cancro. Per salvarsi, Wade accetterà di sottoporsi ad un processo sperimentale presso i laboratori di Arma X, un progetto governativo che nel corso degli anni aveva sfornato numerosi supertizi, ma non sempre con motivazioni nobili. Fra i più famosi membri (anche inconsapevoli) del progetto, figurano Capitan America e Wolverine.
A Wade verrà quindi impiantato geneticamente un fattore di rigenerazione che fa sembrare Wolverine un emofiliaco e che renderà Wade virtualmente immortale. Grazie a questa abilità, il corpo del figlio di mamma Wilson può infatti rigenerarsi da qualsiasi ferita o malattia, riuscendo anche a far crescere di nuovo arti o organi vitali.
Ma il potere di Wade arriverà anche ad un prezzo durissimo. Infatti anche il cancro diventerà “Super”, dando al bel corpo del mercenario centinaia di pustole e ferite, che lo rendono non proprio bello a vedersi.

Inoltre, anche i suoi neuroni si rigenerano a velocità paurosa, e questo rende Wade mentalmente instabile. Nel senso che il nostro è matto come una cavallo. Dopo aver visto che il programma Arma X trattava i suoi pazienti come bestie, Wade prenderà il nome di Deadpool (traducibile in “toto morto”, preso dal fatto che le cavie di Arma X non sopravvivano a lungo) e fuggirà, dandosi poi al mercenariato in costume.
Così, sotto la guida di Kelly (e poi sotto altri scrittori di Serie A, come Cristopher Priest e Gail Simone), Wade si evolverà sempre di più in un personaggio complesso e sfaccettato, ma anche in un antieroe un po’ fuori dal comune. Dal fatto che i baloon del nostro sono gialli al contrario di quelli di tutti gli altri che sono bianchi, al fatto che Deadpool sa di essere un personaggio del fumetto, e spesso scherza sul fatto che si comporti in modo diverso da come faceva prima perchè ha cambiato scrittore.
Non era la prima volta che un fumetto si occupava di metanarrazione (ovverosia la finzione che riconosce di essere finzione), ma di sicuro il modo dissacrante con cui Deadpool si rivolge al lettore o ai suoi comprimari era un qualcosa che mancava un po’ da tempo, tanto che Wade otterrà una serie regolare da più di cento numeri. Il nostro affronterà così messia cosmici, zombie assassini,supercriminali ridotti alle dimensioni di portachiavi,la sua ipotetica morte e molto altro.

Anche perchè, non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. Anche se Deadpool ride e scherza, è un bravissimo mercenario, e abilissimo tiratore, spadaccino e artista marziale. Per una scelta anche di design, Deadpool usa spesso una coppia di pistole automatiche e una coppia si katane, ma il nostro è abile nell’uso di quasi ogni arma, e può mettere in difficoltà anche combattenti più esperti di lui, grazie al fiume di parole che gli getta addosso.
Deadpool avrà così negli anni fortune editoriale alterne, fino poi a tornare alla grossa popolarità nel 2009, quando non solo otterrà una nuova serie regolare in solitaria (per un po’ Wade aveva scorrazzato per l’universo Marvel in compagnia di Cable, l’uomo che aveva cercato più volte di ammazzare, in una sorta di “Strana coppia” ma con i superpoteri), ma entrerà anche a far parte di numerosi gruppi di eroi, fra cui X-force, la versione “Black ops” degli X-men, dove, ironicamente, il nostro sarà un po’ la bussola morale. No ve lo giuro!
E così, un personaggio che era stato cult per anni, con decine e decine di vignette messe su internet come esempio di quanto fosse buffo (quasi tutte vignette di Joe Kelly, con Deadpool che fa uno shoryuken, Deadpool con un cannone a forma di pecora, o Deadpool che tira un calcio nelle palle a Capitan America), era diventato un vero personaggio Pop, con molte serie regolari e una grande presenza anche in altri media.

Ma, come capita a molti personaggi, la sovraespozione non farà molto bene al mercenario, che di recente è tornato ad avere un’unica testata. E la qualità ne ha sicuramente giovato, riuscendo anche a giocare molto sul lato più umano di Deadpool, che è sì folle, ma non è di certo stupido, che è violento, ma non senz’anima, in una mossa intelligente che dà al nostro molto più spessore.
E’ facile vedere perchè il personaggio piaccia. Intendiamoci, ci sono decine, se non dozzine di personaggi violenti e irreverenti, ma Deadpool, riesce ad unire sia chi è un appassionato di fumetti dello zoccolo duro, sia chi non è proprio un collezionista accanito. Le sue due anime di personaggio dei fumetti che vive e respira in un grande universo condiviso e quella di personaggio meno supereroe stereotipato, danno a Deadpool un fascino che non tutti i personaggi dei fumetti hanno.
Poi, ovviamente il troppo stroppia per tutti, e nel corso degli anni anche il nostro ha avuto la sua buona dose di storie banali, di cui alcune anche piuttosto brutte. Ma questo, è un destino che capita a chiunque venga pubblicato per decenni.
Il fascino di Deadpool però, sebbene non per tutti, è abbastanza indubbio e il nostro ha conquistato i fan di internet, nel bene o nel male. Con alle sue spalle un buon bagaglio di storie belle, e uno ancora più grosso di fuffa, Deadpool è comunque arrivato in serie A, dimostrando un’elasticità rara nel mondo dei fumetti. Vedremo poi dove arriverà questa fusione di tre personaggi. Magari in un film? Hey, aspetta un secondo…
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