La nostra top 5 fumetti del 2018!-Speciale

Ne rimarranno solo 5!

Tre cose sono certe nell’universo: la morte, le tasse, e le liste di fine anno. Dicembre è sempre quel momento per tirare le fila dei 365 giorni appena passati, diventando quel momento dove possiamo valutare con perizia quali prodotti (in questo caso i fumetti, ma arriveranno anche le liste “videogiochi” e “film”) hanno fatto breccia nel cuore dei lettori, e quelli che invece sono risultati effettivamente i migliori del loro genere. Per quanto ci piacerebbe dire che stilare queste liste sia una cosa facile, nulla è più lontano del vero. Non solo perchè questo 2018 è stato un grandissimo anno per il fumetto, cosa che si dice praticamente tutti gli anni ma questa volta è vero, ma anche perchè, la produzione dei nostri amati comic-books si è fatta così vasta e così amplia che, semplicemente, è davvero difficile stare dietro ad ogni singola uscita e ad ogni singolo prodotto.Dopo questo preambolo, nulla ci ferma dal presentarvi i nostri cinque fumetti preferiti di questo 2018.

5-The Steams Chronicles 2 (Noise Press)

The Steams Chronicles è un albo antologico, che racconta brevi storie ambientate nel mondo della sua testata madre, chiamata semplicemente “The Steams”. L’albo, è un modo molto divertente e particolare di raccontarci qualcosa in più su questo o quel personaggio, o lanciare idee per numeri futuri, ma grazie a questa formula, è anche un punto di partenza perfetto per i nuovi lettori. Con un approccio puramente britannico, che ricorda 2000 AD, The Steams Chronicles cattura l’essenza vera dell’antologico, formato mai troppo esaltato: piccole storie, leggibili tranquillamente a se stanti, senza conoscere il mondo di The Steams, ma che spingono comunque a voler cercare più informazioni, per poterle poi rileggere ed avere un quadro più completo.
Un fumetto corale creato da una squadra di creativi competenti ed abili, con il formato giusto, ed una serie di dettagli che impreziosiscono l’opera intera. Il tutto senza nominare il fatto che sia un fumetto popolare con classe e personalità.
Un fumetto dove bastano poche pagine per innamorarsi dei personaggi, per essere catturati dalla storia e dove la diversità di stili e talenti risulta essere una ricchezza inarrivabile, una punta di diamante nella produzione della casa editrice, e perchè no, anche nel panorama italiano.
Un panorama che di solito snobba l’antologico non umoristico, principalmente perchè ha visto pochi antologici fatti così. E dove per “così”, intendo fatti bene.
Un fumetto che è uno sbocciare di stili, fra cui una struttura britannica, un progetto grafico italiano, un’impostazione dell’albo americano “a flipbook” (ovverosia con una copertina doppia), e carattere da vendere. In un mondo dove il fumetto deve essere complesso, rivoluzionario, e condivisibile, The Steams Chronicles combatte la guerra dell’editoria con un arma vincente: la buona fattura.

4- Judge Dredd: I giudici oscuri (Editoriale Cosmo/2000 AD)

In Gran Bretagna il re del fumetto è 2000 AD, una testata antologica di fantascienza con una struttura narrativa tutta sua, fatta di piccole storie da sette pagine chiamate “prog”.
Pur avendo questa particolarità, 2000 AD è sempre riuscita a portarci anche storie molto lunghe e complesse, con una varietà di saghe e di generi assolutamente invidiabile.
Tra i tanti personaggi che hanno preso vita su queste pagine, pochi sono iconici come il giudice Joe Dredd. L’uomo che non solo è giudice, ma anche poliziotto, e a volte carnefice, le cui avventure prendono vita in un futuro che sotto la patina di ordine nasconde una tetra distopia.
I Giudici Oscuri è una delle saghe che più hanno fatto la storia del personaggio ed è rimasta inedita nel nostro paese per molto, molto tempo.
Almeno fino ad oggi. Vi dipingo la scena: nella città del nostro arrivano quattro giudici da un mondo alternativo. Judge Death diventa intangibile, Judge Fire può infiammarsi, Judge Mortis distrugge tutto con un tocco, ed un solo sguardo nel volto di Judge Fear porta alla follia più totale.
Judge Dredd… beh, Judge Dredd è fondamentalmente solo un tizio. Ma mettiamo le virgolette su “Solo”.
In questa saga il team di autori mette il piede sull’acceleratore, mostrandoci il lato più horror e grottesco del mondo di Dredd, senza mai dimenticare quella violenza tutta particolare, che ci ricorda che Dredd, per quanto sia serio a tratti, è fondamentalmente una parodia brutta e cattiva di un certo tipo di personaggio freddo e “cattivo”. Solo che è una parodia fatta talmente bene, che mentre leggi le sue storie, semplicemente te lo dimentichi.
Se tutto questo non vi convince della beltà di storie pubblicate quasi 40 anni fa, sappiate solo, che in questo albo, finalmente, potrete leggere in italiano la storia del più grande pugno mai dato in tutta la storia del fumetto mondiale.

3-Freccia Nera (Panini Comics/Marvel Comics)

La Marvel comics ha il grosso vantaggio di avere a sua disposizione centinaia di personaggi. Certo, fra questi ce ne sono alcuni che, sulla carta, sono molto belli ma che poi in pratica, viste le varie gestioni di team creativi, lo sono molto meno.
Freccia Nera, Blackgar Boltagon, re del popolo segreto noto come gli Inumani e dotato di un urlo sonico così potente che gli permette di livellare le montagne con un sospiro, impedendogli quindi di parlare, è uno di questi.
Negli anni il nostro è stato tre cose: messia, re che fa quello che deve fare anche se non è carino, ed espediente narrativo. Perchè se riesci a picchiare un personaggio che, teoricamente è fra i più potenti del cosmo Marvel, allora vuol dire che sei davvero, davvero forte no? E Freccia Nera, per questo motivo, di botte ne ha prese davvero tante..
In questa storia, Freccia Nera non è nulla di tutto questo. Spogliato di tutto, il nostro eroe è in carcere. Senza i suoi più grandi alleati, ovverosia la sua famiglia, senza amici, e senza potere.
Devo ammettere che ero scettico quando ho sentito che avrebbero dedicato una serie a Freccia Nera. Dubitavo perchè sottovalutavo l’intrinseco potenziale di un personaggio su cui hanno gettato tanto materiale senza mai svilupparne anche solo uno; il potenziale di un personaggio che, come troppo spesso accade, non ha una vera sostanza, ma solo dei buchi che vengono riempiti dalla fantasia del lettore.
Invece stavolta il team creativo non distrugge nulla, ma anzi ci costruisce sopra qualcosa di davvero notevole. Così abbiamo di fronte uno degli usi di comprimari più belli di sempre e l’apparizione di una delle mie coppie preferite a fumetti.
Freccia Nera di Ahmed e Ward, ha vinto un Eisner, l’oscar del fumetto, come “Miglior nuova serie”. Se siete del campo dove i premi contano, vi ho già convinto. Se non lo siete, sappiate che la parole di Ahmed sono quanto più di Marvel ci sia sul mercato, e i disegni di Ward sono un sogno su carta.

2-Mister Miracle (Rw Lion/Dc Comics)

A volte escono dei fumetti, che sono visti fin da subito come un qualcosa di spettacolare, come la seconda venuta di una qualsiasi divinità che porta con sè quell’enfasi che nella vita esiste solo su internet, o almeno così spero.
Con quest’opera di Tom King e di Mitch Gerards si parlia davvero della seconda venuta di un dio. Mister Miracle è un personaggio particolare, figlio del dio del bene, ma cresciuto dal dio del male per un bizzarro trattato di pace. Scott Free, questo il nome del nostro, si trova così intrappolato in un mondo che è solo urla e dolore. Ma Scott è un nuovo dio. Scott è il dio della fuga e quindi scappa sulla Terra, per vivere una vita normale fatta di spettacolo ma anche di amore con la generalessa delle truppe del dio del male, Big Barda, che arriverà anche a sposare. Vedete, Mister Miracle era stato creato dal re dei fumetti, Jack Kirby, un uomo che aveva un’idea molto semplice: il male alla fine perde, e lo fa in più di una maniera.
E quindi questo team creativo prende l’idea dal personaggio originale creato da Jack “King” Kirby, e, senza fare molto di più, ci narra di una toccante storia di vita vissuta, con la metafora dei costumi messi addosso ai nostri personaggi. Nulla di più, nulla di meno. O meglio, molto di più. Con citazioni metatestuali, King e Gerards riconoscono di poter creare quello che creano, solo stando sopra le spalle di giganti, anzi, di re del fumetto, tessendo una trama a tratti postmoderna, piena di realismo che sembra stonare con l’ambiente divino del tutto, a tratti epica e disillusa, con un messaggio di fondo, molto particolare. Come tutti, i grandi fumetti sul personaggio, questo è un fumetto di escapismo, sul più grande escapista della storia. Un fumetto che vi intrappolerà, e non vi farà vedere la via di fuga, fino all’ultimo secondo, facendo sembrare la vostra rocambolesca uscita di scena, un vero e proprio miracolo.

1-Immortal Hulk (Panini Comics/Marvel Comics)

La paura è un’emozione accuratamente spaventosa. Tutti abbiamo paura. Ma che cosa faccia paura è soggettivo. Biologicamente, ad esempio, noi umani siamo predatori spaventosi: non forti come l’orso, non veloci come il ghepardo, ma rispetto al regno animale ci stanchiamo molto meno, ci rigeneriamo molto più in fretta e, soprattutto, sappiamo seguire le tracce per giorni. E che cosa c’è di più spaventoso di fuggire per anni da qualcosa, doversi fermare a dormire per la stanchezza e infine svegliarsi con quel qualcosa che ti guarda negli occhi? Specie se quel qualcosa sei tu?
I primi fumetti Marvel avevano spesso un’aura da fumetto di mostri anni 50 un po’ perchè era il genere che andava di moda all’epoca, un po’ perchè i fumetti della casa delle idee erano distribuiti dalla concorrente Dc comics che, vedendo in copertina supertizi, avrebbe gentilmente silurato.
Il primo Hulk infatti non era il gigante verde che si arrabbia e diventa forte, ma un gigante grigio, anche un piuttosto crudele, che usciva dal corpo di Robert Buce Banner solo di notte, dando vita ai suoi istinti più nascosti.
Dopo anni ed anni di storie che ci hanno mostrato Hulk come eroe, come antieroe, come mostro e come salvatore, Hulk, torna a fare paura.
Strano come un bestione di 472 chili di puro muscolo, in grado di spaccare a metà il pianeta non faccia paura, ma ci si era abituati ad un personaggio con una certa familiarità. In questo fumetto, la familiarità sparisce, e la notte torna ad essere il regno della bestia, che forse bestia non è, e forse non è il vero mostro del fumetto. O forse sì. “Uomo? Mostro? O entrambi?”. Recitava così la copertina del primo numero del personaggio. La risposta, in questa serie, non è ancora chiara e forse non lo sarà mai. Resta però il fatto che poche volte, una reinvezione di un personaggio classico, aveva funzionato così bene.

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