L’autore dei morti viventi ha carisma da vendere!
Ore 14.00, sala Stampa Lucca Comics 2017. Siamo in ultima fila, ma Robert Kirman non si può non vedere. Entra in scena, ed è subito uno squadrone di foto, tanto che lo scrittore apre subito la conferenza con un battuta “La conferenza sarà solo questo vero? Venti minuti di foto?”. Una risata scuote la stanza, Robert Kirman conosce il suo pubblico, e sa essere davvero alla mano. L’incontro durerà una mezz’ora, quindi siamo subito andati al sodo con la nostra schiera di domande. L’edizione 2017 di Lucca Comics è detta Lucca Heroes, e parliamo quindi di eroi. Chi sono gli eroi per Kirman? L’autore risponde che per lui gli eroi sono tutti quelli che hanno il coraggio di uscire dalla loro comfort zone, per fare qualcosa per gli altri. Allo stesso modo, l’enfasi è messa sul sacrificio, chi sacrifica qualcosa di suo, per gli altri, racchiude per Kirman l’elemento eroico. Gli eroi che per Kirkman sono molto legati alla famiglia, perchè comunque, gli scrittori scrivono di quello che sanno, e il buon Robert è sposato con due figli. La famiglia e i legami, secondo lo scrittore rendono più forte una storia, gli danno tutto un altro pathos ed una gravitas che una storia senza legami non ha.

Con un fiero interesse patriottico, è stato poi chiesto se, nell’ultima opera dell’autore Oblivion Song, disegnata dal nostrano Lorenzo De Felici, ci sia un po’ di Italia. Kirkman non ne è sicuro, ma ha notato sicuramente che l’apporto di De Felici sia stato fondamentale per la creazione dell’opera, anche perchè si è dovuto creare da zero un nuovo mondo, con il suo ecosistema e le sue regole, e tutto doveva essere scientificamente plausibile, e quindi è stato fatto un sincero plauso, all’artista Italiano, che ha dimostrato una sensibilità inedita secondo Kirkman. Lui sostiene di non capirla appieno col suo background culturale, e quindi potrebbe essere qualcosa di tutto italiano. E a proposito di cultura, è stato chiesto all’autore se l’attuale clima politico e sociale lo influenzi nelle sue storie, e lui ha risposto che tutti vogliono che parli di Donald Trump… ma il suo modo per sopportare la cosa è semplicemente ignorare il presidente. Per questo, l’autore sostiene di capire molto bene il bisogno che ha la gente di escapismo, di quella fuga momentanea dalla realtà, che i fumetti possono dare. Ovviamente, non si poteva non parlare di orrore e paure, e si è chiesto quindi che cosa spaventa Robert Kirkman, le paure che vengono da dentro, o quelle da fuori? La risposta è stata entrambi, il male secondo lui viene da fuori e da dentro di noi, quella lotta interna che ci mette di fronte a quanto siamo in grado di piegarci ai nostri valori e a quanto siamo davvero capaci di fare prima di spezzarci e cadere in una voragine di oscurità.

E siccome le opere dello scrittore hanno ormai compiuto il grande salto dalle pagine del fumetto al piccolo schermo, si è parlato anche della Skybound Entertainment, chiedendo quindi aggiornamenti sui vari progetti filmici dell’autore. Si sta lavorando ad una terza stagione della serie Outcast, ma per vari problemi con la distrubuzione la seconda stagione arriverà in America solo in estate, ma si è comunque speranzosi che il prodotto possa continuare.
Non manca una domanda sul compianto George Romero, e su come i suoi film abbiano ispirato le opere di Kirkman. L’autore ci racconta di come a suo parere il primo film di Romero non dia troppa speranza, ma nei lavori successivi il tutto cambi, e crei una mitologia del tutto diversa. The Walking Dead è una storia di speranza, l’unica differenza è che coni fumetti e con le serie Tv, Kirkman ha più di spazio per poter raccontare le sue storie rispetto a Romero, che invece lavorava con il cinema. Era palese però un grande rispetto e un grande amore per il maestro dell’horror. Sempre a proposito di The Walking Dead, c’è forse un personaggio la cui morte è sembrata uno sbaglio a Kirkman? Non possiamo avere risposta, perchè l’autore non può fare favoritismi. Dopotutto ci sono degli attori coinvolti… Detto questo, Tyrese, perchè Chad Coleman è un gran figo.

Kirkman sta poi lavorando anche a stretto contatto con Seth Rogen ed Evan Goldberg su uno script, per trasformare il suo fumetto di supereroi Invincible in un film. Ma non ci può dire di più. Ci può raccontare però che sì, Invincibile finirà col numero 144, sebbene in principio a Kirkman sarebbe piaciuto lamentarsi da vecchio di un nuovo numero del fumetto, gestito da un team creativo nuovo, che lui non avrebbe mai capito perchè… ormai vecchio. Ma più la serie andava avanti, più Kirkman si è accorto di vedere una fine degna per la sua creatura, e siccome da sempre Invincibile rompe le convenzioni del fumetto di supereroi, e i fumetti di supereroi vanno avanti all’infinito, era quindi una mossa interessante far finire questa saga.

Anche noi di Gamesailors.it siamo riusciti a fare due domande, un po’ facete. Abbiamo chiesto a Kirkman se avremmo mai visto gli alieni in The Walking Dead, sapendo che nel pitch originale della serie l’autore aveva mentito, inserendo gli alieni sperando di essere pubblicato, per poi dimostrare che in realtà, la storia che voleva raccontare era tutta diversa. Kirkman ha riso, e ci ha confermato che sì, gli alieni erano una bugia.
Abbiamo poi chiesto se vedremo mai l’autore tornare alle sua radici parodistiche, con la serie Battle Pope, e ci è stato risposto che scrivere humor è molto difficile, è un lavoro doppio per lo scrittore che deve scrivere una storia, e allo stesso tempo far ridere. Sarebbe però molto bello, finire la sua carriera, con un’ultima avventura della sua creatura più folle. Fra le risate, ed un’intervista che sembrava più un’allegra chiacchierata fra amici, Kirkman ci saluta per tornare ai suoi centomila e uno impegni. L’uno, è ovviamente il nuovo albo di Battle Pope.
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