Squadron Supreme di Mark Gruenwald-Recensione

I più grandi eroi del mondo… o almeno così crediamo

Di solito, mi dilungo un po’ nelle introduzioni, parlando di qualche buffo dettaglio, ma oggi, direi che voglio tagliare le chiacchere, e passare subito al sodo: l’opera di cui vi parliamo, è fra le cose migliori mai scritte non solo in casa Marvel, ma è probabilmente una pietra miliare del fumetto moderno.
Solo che non tutti lo sanno.
L’anno è il 1985 e lo scrittore Mark Gruenwald aveva un progetto. Per chi non lo sapesse, Mark Gruenwald era uno scrittore ed editor Marvel che aveva un sogno ed un superpotere. Se pensate di sapere tutto sui fumetti, Gruenwald ne sapeva di più. Uno dei suoi primi lavori fu quello di compilare le enciclopedie Marvel per i nuovi lettori, (prima che ci fossero i blog, ed il lavoro fosse molto più facile), e la sua maestria nei meandri della continuity era inenarrabile. Il suo sogno però, era scrivere la Lega della Giustizia. Sapevate che Mark Gruenwald conosceva a memoria in ordine cronologico tutti i titoli di tutti i fumetti del più grande supergruppo della concorrenza?
Ed ecco che, in quella seconda metà degli anni 80, si fece avanti una possibilità: il mercato si era rivelato fruttifero per un nuovo tipo di avventura serializzata, chiamata “Maxiserie”, una storia contenuta in una dozzina di numeri, che poteva dare molto respiro ad una trama, ma restare comunque qualcosa di conclusivo. I lettori occasionali la adoravano, i collezionisti erano in visibilio, e Gruenwald, reclutando i disegnatori Bob Hall, Paul Ryan e John Buscema, deciderà di fare la sua mossa.

Vedete, in casa Marvel esisteva un gruppo di personaggi chiamato Lo Squadrone Superemo, composto da un alieno volante superforte, da una principessa amazzone, da un detective senza poteri, da un uomo superveloce ed insomma, se già non l’avete capito da soli (e voi siete lettori intelligenti) l’idea era un omaggio alla famoso Lega della Giustizia d’America.
Come tutti i personaggi di serie B, questo supergruppo ne aveva passate di ogni tipo, ed era l’occasione buona per il team creativo di scrivere la Lega, ma in un modo nuovo.
Quanto nuovo? Beh, nel primo numero, Nottolone, l’emulo di Batman, prova a sparare ad Hyperion, l’emulo di Superman. Solo. Nel. Primo. Numero.
E dunque voi lettori vi chiederete il perchè di tutto questo. Beh, per farla breve, lo Squadrone, era spesso vittima di un classico tropo del fumetto: il controllo mentale. Pur esistendo una versione malvagia del supergruppo nota come “Squadrone Sinistro”, spesso e volentieri i nostri eroi buoni, si scontravano con altri personaggi positivi del cosmo Marvel, proprio perchè ridotti a schiavi di questa o quell’entità cosmica.
La nostra storia si apre proprio dopo l’ultima di queste vicende, quando il superessere noto come Iniziato aveva preso il controllo di Nottolone, facendolo diventare presidente degli Stati Uniti per mettere su un regime dittatoriale che era stato sgominato solo grazie al supergruppo noto come i Difensori.
Stanchi di essere pedine, e volendo essere giocatori di primo piano, tutti i membri dello squadrone, decideranno di fare la mossa più giusta: prendere il comando del loro mondo, con un programma chiamato “Progetto Utopia”.

Nottolone sarà l’unico contrario a questa mossa, e questo ci porterà al tentativo di omicidio del vecchio amico. Ma, come scritto in precedenza, questo era solo l’inizio. Questo perchè, Squadron Supreme, era, ed è, uno dei fumetti più particolari della storia dei comics.
Da un lato, abbiamo un fumetto scritto, disegnato e colorato in pieno stile Marvel anni 80.
Un fumetto verboso, con dialoghi non sempre super realistici, e un ritmo serrato sì, ma anche ricco di momenti molto bizzarri, ed allungamenti della trama palesi.
Ma, abbiamo anche un fumetto che si decostruisce da solo.
Abbiamo un fumetto Marvel, con dei protagonisti Dc comics.
In Squadron Supreme il realismo cozza con il fantastico, facendosi tutte, ma proprio tutte, quelle domande apparentemente serie, che da lettori scafati, o disillusi, ci facciamo riguardo ai fumetti.
Del tipo, “Se i personaggi sono così intelligenti, perchè non curano il cancro?”.
E poi, poi c’è il colpo di genio. La mossa da maestro, la sferzata del team creativo. Lo Squadrone, inventa una macchina per il controllo mentale, con il quale modificare il comportamento dei criminali, e mutarli così in difensori del bene.
Non credo che serva essere esperti di etica per vedere come questo passo sia davvero il salto che tramuta i nostri eroi in supercattivi armati di buone intenzioni, ed è a tratti inquietante osservare come per la maggior parte del gruppo questo non sia una violazione reale di quasi tutto ciò che è sacro, ma una vera e propria rivoluzione positiva.
Uno dei fenomeni psicologici più interessanti nel parere di chi scrive, sono le prospettive falsate. Per fare un esempio proprio spicciolo, se vivo circondato da gente che mi dice solo che sono bravo, e scaccio chiunque mi faccia una critica, è facile che qualunque appunto al mio lavoro mi distrugga.
Ecco, questi fenomeni, che si possono confondere con la psicologia spicciola, sono il centro di quest’opera, dimostrandoci che, se ho il potere assoluto, quali sono i miei limiti?
E se posso eliminare chi questi limiti li mette alla prova, che tipo di uomo sono? O meglio, superuomo?
La cosa ovviamente non finisce qui, e la macchina per il lavaggio del cervello avrà conseguenze non da ridere per tutta la saga.

Una saga che comunque si prende tempo per tratteggiare sempre di più i suoi personaggi, con dovute attenzioni alla vita familiare del velocista Trottola, ai segreti della maga Arcanna, all’ego del personaggio col secondo costume più figo di sempre, il Dottor Spectrum, e molto, molto altro.
Squadron Supreme è una serie che contrappone il mondo reale a quello ideale, in uno dei modi più strani possibili: facendo interpretare una danse macabre a due dozzine di allocchi in costume.
Un mondo dove anche il personaggio più inutile ha un momento di gloria, e dove è facile affezionarsi anche al membro meno parlante del cast.
E non solo perchè lo si riconosce come l’archetipo di questo, o quel personaggio famoso a fumetti: il miracolo che riesce a fare Gruenwald, è quello di, dopo solo due numeri, eliminare qualsiasi vostro pensiero sul fatto che “Eh vabbeh, questo X è la versione Marvel di Y”.
Non ve ne importerà nulla, perchè, dopo anni di questa semplice comparazione, il team creativo finalmente dà corpo, vivo, vero e reale ad un concetto che doveva essere un semplice omaggio.
Nella storia del fumetto, ci son riusciti credo in tre, ed uno aveva il vantaggio che i suoi personaggi non li conosceva nessuno.
E, parlando di fumetto, sarebbe criminale non parlare dei disegni. John Buscema in questa serie, per un solo numero, dimostra qualcosa che forse già sapevate. Cioè che John Buscema è uno dei più grandi disegnatori della storia. Bob Hall, è un disegnatore un po’ legnoso, ma nel corso della serie, è uno dei creatori di alcuni redesign dei nostri protagonisti che personalmente trovo veramente, veramente belli.
Paul Ryan, è invece un disegnatore più morbido, che perde però in espressività.
Forse sono solo io, ma devo dire che trovo bizzarro come, in un fumetto sulle dicotomie, e su quanto possa essere strano incontrare qualcuno o qualcosa che sia il perfetto contrario di me stesso, la maggior parte delle storie narrate in questa serie siano disegnate proprio da due disegnatori così diversi.
Molti, moltissimi, me compresi, hanno comparato questa serie al Watchmen della Dc. Squadron Supreme uscì 13 mesi prima del capolavoro di Moore, e si concluse quindi prima che il fumetto che ha cambiato il fumetto uscisse nelle edicole.
Per quanto io continui a considerare questa serie come uno dei capolavori assoluti della Marvel, devo dire che mi rimangio volentieri la comparazione con Watchmen.
Perchè, Squadron Supreme, va osservato per quello che è, e non va comparato ad altre opere.
Come i suoi protagonisti, come la sua storia.
Una storia che, è stata per anni nelle mie “storie da leggere”, e che per la prima volta lessi a spizzichi e bocconi. Senza capirla. Vedendola da un punto di vista superficiale.
E poi, dopo anni, la lessi finalmente tutta di fila. E ho sospirato, sono rimasto abbagliato, e ho visto un fumetto in cui davvero succedevano cose, un fumetto dove non si aveva paura di osare, ma un fumetto che era davvero diverso, ma mascherato in modo magistrale.
Ci sono un paio di numeri della serie, che non hanno il pathos, o la gravitas degli altri, che possono essere tranquillamente scambiati per il classico fumetto da treno, che si legge una volta e poi si dimentica.
Ma, una volta letto, Squadron Supreme, è impossibile da dimenticare. Parliamo di un fumetto che oggi, come allora, ha un messaggio di una potenza inimmaginabile. Un fumetto rivoluzionario, che parla non di una, ma di due rivoluzioni.  Quella al suo interno, e quella del mondo del fumetto intero, e no, non sto esagerando.
Squadron Supreme è il pionere di un nuovo modo di fare fumetto, che rende omaggio al modo classico, senza dimenticare che senza il colore e la stranezza, tutto il realismo che possiamo permetterci oggi non esisterebbe.
E sotto la patina di colore, nasconde alcuni dei più forti pugni allo stomaco della storia.
Se potessi, darei a questo fumetto sei stelline su cinque, ma come con altre opere che mi hanno colpito, trovo il numero un qualcosa di troppo limitante.
Posso dirvi, che oltre a tutto quello che ho già detto, una delle cose che ho notato come umile redattore, è che quando si scrive qualcosa che ci piace, chi ci legge lo nota. Penso di aver notato un’amore così forte per l’opera, solo in altri cinque fumetti. E tre, erano scritti dal Re.
Concludo, senza frasi ad effetto, ma con un consiglio. Se potete, leggete Squadron Supreme. Merita molto di più, di quanto già non abbia.

Pro
  • – Storia super attuale
  • – Personaggi veramente interessanti
  • – Apripista del fumetto moderno
Contro
  • – Alcuni numeri sono un po’ lenti

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