Nel 2001 uscì il primo numero di W.I.T.C.H., un fumetto con protagoniste cinque amiche che ottenevano poteri magici basati sui quattro elementi naturali (più uno). Io avevo circa 11 anni, quindi l’età giusta per esser catturato da un fenomeno di massa di questo tipo. Peccato che, a 11 anni credevo già di essere un duro, e quindi invece di leggere fumetti italiani (che, insomma, erano il peggio del peggio), mi ero lanciato a leggere cose ben più sofisticate: fumetti di supereroi americani. In mia difesa, nessuno di noi a 11 anni è molto sveglio.
Passano gli anni, e a mia sorella vengono regalati in blocco i primi 50 numeri delle W.I.T.C.H. Con colpevole ritardo ora posso leggere anche io questa saga che ha conquistato plurime lettrici e lettori nel mondo. Tra di loro, ora potete contare anche me. Se volete provare anche voi, qui trovate il link Amazon.

Non il solito reboot
Il concetto (ideato da Elisabetta Gnone, Alessandro Barbucci e Barbara Canepa) era tanto semplice quanto efficace. Si usava la magia, il fantasy e l’azione come puro contorno per vicende di vita reale di personaggi altrettanto reali. C’era una fortissima caratterizzazione sia per chi si muoveva nelle storie, sia per le storie stesse. Oltre a ciò esisteva una rivista ben pensata per creare quel senso di comunità fra fruitori e fruitrici della testata W.I.T.C.H..
Facciamo un salto fino ad oggi, quando Giunti in collaborazione con Disney lancia “Il cuore dell’amicizia”. Abbiamo un albo di circa 90 pagine, scritto da Alessandro Ferrari, disegnato da Giulia Adragna con colori di Chiara di Francia e lettering di Fabio Amelia. Già dal titolo si presenta come un reboot della serie originale delle W.I.T.C.H.. E lo so cosa stanno pensando alcuni di voi: “Eh, ma fanno sempre reboot”, “Non sono convinta” e “La serie vecchia era meglio”. Anche io ero dubbioso, ma, dopo 28 anni che leggo fumetti, una o due regole le ho imparate e un numero uno non si nega a nessuno. Con mente aperta, e cuore imparziale, ho aperto questo albo e ho trovato… tante cose.

Profondo ma scorrevole
Ferrari imbastisce una trama che riprende alcuni stilemi classici della vecchia serie, con qualche citazione più o meno gustosa per chi apprezza le strizzate d’occhio. Al contempo creare tutta una serie di situazioni più o meno nuove per le nostre protagoniste.
Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin, le eroine dell’albo, riescono tutte a spiccare molto bene. Dimostrano tutte una personalità molto spiccata e hanno il giusto spazio. C’è poi una storia maggiormente basata sul punto di vista di Will, nuova arrivata in città, che fa da specchio a noi nuovi lettori appena arrivati in questo mondo.
I dialoghi sono a tratti forse un poco fitti, rallentando un po’ il flusso della storia, che è in generale molto rapido, e stratificato.
W.I.T.C.H. è un albo spesso, ma molto scorrevole, e ho apprezzato specialmente una patina di ambiguità sul discorso buoni/cattivi all’interno della storia. Ciò promette molto bene, e lascia un sacco di acquolina in bocca per eventuali prossime uscite.

Disegni e stile
Adragna ha uno stile molto particolare, influenzato ovviamente molto dal manga (infatti abbiamo trovato questo albo proprio nella sezione di fumetto Giapponese di una libreria). Questo si riflette in alcune scelte registiche e nell’uso delle onomatopee.
W.I.T.C.H. ha quindi un aspetto grafico molto accattivante, con nuovi design notevoli per le protagoniste. Risultano fedeli al vecchio, ma sono spiccatamente nuovi e moderni, che mi sono piaciuti parecchio, sia nell’aspetto “civile” delle nostre protagoniste, sia nell’aspetto più “magico”.
Alcune soluzioni grafiche degli aspetti più mistici di W.I.T.C.H. sono veramente deliziose, e i colori della di Francia aiutano moltissimo alcune delle scene più movimentate, che riescono ad essere interessanti, e al contempo inquietanti il giusto visto il target di riferimento. Se proprio volessimo trovare un difetto,ma qui si sta facendo quelli che spaccano il capello in quattro, in generale il mondo delle W.I.T.C.H. È vero, vivo, pulsante…ma forse troppo “pulito”, che, visto comunque l’aspetto più “urbano” della vicenda, non guasterebbe.

Commento finale
W.I.T.C.H. Il cuore dell’amicizia è quindi, a conti fatti, un fumetto per ragazzi molto buono. Un’esperienza che riesce a catturare una sensazione senza tempo come quella dell’essere adolescenti. In più la trasporta su carta con garbo e grazia, facendo delle scelte molto interessanti a livello visivo e narrativo. Abbiamo di fronte un prodotto circondato da una concorrenza folle rispetto all’intrattenimento per ragazzi, ma che riesce comunque ad emergere stando seduto sulle spalle dei giganti, dimostrando di avere cuore, e personalità.

W.I.T.C.H. il cuore dell’amicizia è un albo solido, che ha la sola pretesa di descrivere un mondo raccontare una buona storia, magari lasciandoci un messaggio positivo alla fine. Un fumetto che prende a piene mani da più tradizioni culturali, che ha il volto rivolto al manga, ma il cuore rivolto al fumetto popolare italiano e che intrattiene e diverte anche chi, come me, è completamente fuori target.
Perchè sarebbe stato facilissimo, fare banco sulla nostalgia pura e genuina. Invece si è fatto un salto. Non un salto completamente al buio completo, in grado di fare qualcosa di bello.
Non ho idea se ad 11 anni mi sarei divertito a leggerlo, ma certi treni sono ormai passati. Di sicuro mi sono divertito adesso, e tanto mi basta.
Pro
– Storia scorevole
– Personaggi interessanti
– Design nuovo ed accattivante
– Rispetto per il materiale originale
Contro
– A volte troppo verboso
– Alcune scene sono troppo “Pulite”
